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cartolinaAFFISSIONE LIBERA
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Il pannello pubblicitario è la sede naturale del manifesto. Oltre ai manifesti elettorali e a quelli che pubblicizzano un evento culturale, i più diffusi rimangono i manifesti a scopo commerciale, la cui funzione è
univoca: pubblicizzare un prodotto. E la pubblicità di questo prodotto diventa efficace nel momento in cui
numerosi pannelli pubblicizzano quel determinato prodotto in numerose strade della città. Nulla quaestio fino a qui. Non fosse per il fatto che il pannello pubblicitario è un elemento del corredo urbano che non passa di certo in secondo piano: tutti siamo abituati a notarli in ogni strada della città. E più si va verso l’esterno della città, più le strade diventano ad alto scorrimento, più aumentano le dimensioni dei pannelli pubblicitari.
Allora mi chiedo: come mai questi elementi tipici della strada e della città sono al servizio quasi esclusivo
delle imprese?
Eppure i pannelli pubblicitari sono in strada come lo è un semaforo, un cassonetto della spazzatura, una
panchina, una buca per le lettere. Tutti elementi con una precisa funzione sociale. Siamo sicuri che la
pubblicità commerciale abbia una funzione sociale? Secondo me non ce l’ha.
E proprio partendo da queste premesse che prende forma il mio studio: attribuire una funzione artistica e
culturale ai pannelli pubblicitari. Tuttavia, la pubblicità commerciale che compare sui pannelli è regolata da un ritmo di vita frenetico, come del resto la creazione di finti bisogni e la spinta al consumo: la pubblicità si rinnova così velocemente da non riuscire a starle dietro; è il ritmo di vita del mercato. Il mio studio del
pannello pubblicitario consiste nell’individuare il pannello più adatto e strapparne via la pubblicità, pezzo
dopo pezzo, creando un decollage di sfondo. Gli affichisti strappavano i manifesti per portarli in atelier e
continuare a lavorarli per creare dei quadri. Io preferisco creare il decollage sul momento, direttamente in
strada, come a voler rivendicare il pannello pubblicitario come supporto pubblico – quindi di tutti – sul quale chiunque dovrebbe avere libertà di esprimersi.
Se i pannelli liberi esistessero e si diffondessero nelle nostre città, molti artisti comincerebbero a creare arte su di essi. Si camminerebbe per strada circondati dall’arte: immaginate i colori, gli spunti di riflessione, quel diverso modo di guardare a ciò che succede nel mondo tipico dell’arte. 

Scomparirebbe quel senso di freddo, di artificiale e di opprimente che si vive camminando in una strada
satura di messaggi pubblicitari.
Oggi tutto ciò può sembrare utopistico, ma credo molto nella presa di coscienza delle persone.

 BR1 , street artist inclusivo

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